Missione evangelizzatrice
«Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri.» (Gv 13, 34s)
Lo Spirito Santo ha suscitato nel Cammino Neocatecumenale varie forme di evangelizzazione, di missione apostolica e di consacrazione, che sono state confermate e incoraggiate dai vari Pontefici della Chiesa.
Carismi
Parrocchia – Comunità di comunità
Con l’annuncio del Kerigma, nella parrocchia sorgono comunità, fratelli che vivono questa iniziazione cristiana. Progressivamente cominciano ad apparire tra di loro i segni della fede, l’amore al nemico. Questo “miracolo morale” chiama anche i lontani all’incontro con Gesù Cristo. E la comunità cristiana porterà l’Amore di Dio a tutti gli uomini.
«Voi non solo fate apostolato perché siete quello che siete, in uno stimolo alla riscoperta e al recupero di valori cristiani veri, autentici, effettivi che potrebbero altrimenti restare quasi nascosti, sopiti e quasi diluiti nella vita ordinaria. No! voi li mettete in evidenza, li fate emergere, e date loro uno splendore morale veramente esemplare perché così, con questo spirito cristiano, voi vivete questa comunità Neocatecumenale».
«Quanta gioia e quanta speranza ci date con la vostra presenza e la vostra attività! Sappiamo che nelle vostre comunità voi vi adoperate insieme a comprendere e sviluppare le ricchezze del vostro Battesimo e le conseguenze della vostra appartenenza a Cristo…
Vivere e promuovere questo risveglio è quanto voi chiamate una forma di catecumenato “post-Battesimale” che potrà rinnovare nelle odierne comunità cristiane quegli effetti di maturità e di approfondimento, che nella Chiesa primitiva erano realizzati dal periodo di preparazione al Battesimo.
Voi lo portate dopo: il prima e il dopo, direi, è secondario. Il fatto è che voi mirate all’autenticità, alla pienezza, alla coerenza, alla sincerità della vita cristiana».
S. Paolo VI, 8 maggio 1974
«La prassi e la norma della Chiesa hanno introdotto la santa abitudine di conferire il battesimo ai neonati, lasciando che il rito battesimale concentrasse liturgicamente la preparazione che, ai primi tempi, quando la società era profondamente pagana, precedeva il battesimo, e che era detto catecumenato. Ma nell’ambiente sociale di oggi questo metodo ha bisogno d’essere integrato da una istruzione, da una iniziazione allo stile di vita proprio del cristiano, successiva al battesimo, cioè da un’assistenza religiosa, da un allenamento pratico alla fedeltà cristiana, da un inserimento effettivo nella comunità dei credenti, che è la Chiesa…
Ecco la rinascita del nome «catecumenato», che certamente non vuole invalidare né sminuire l’importanza della disciplina battesimale vigente, ma la vuole applicare con un metodo di evangelizzazione graduale e intensivo, che ricorda e rinnova in certo modo il catecumenato d’altri tempi. Chi è stato battezzato ha bisogno di capire, di ripensare, di apprezzare, di assecondare l’inestimabile fortuna del sacramento».
S. Paolo VI, 12 gennaio 1977
Catechisti – Itineranti
Uno dei principali carismi, o frutti del Cammino, è quello dei catechisti itineranti. Grazie a loro si è diffuso nei cinque continenti. L’équipe internazionale responsabile del Cammino costituisce équipes di catechisti itineranti – normalmente composte da un presbitero, una coppia di sposi e un celibe; oppure da un presbitero, un celibe e una nubile – per essere inviate a diocesi lontane a iniziare e guidare l’attualizzazione del Cammino Neocatecumenale” (Statuto, art 31,2).
Gli itineranti rispondono così alle varie richieste che provengono da tutto il mondo: l’Equipe Internazionale invita i fratelli del Cammino a rendersi disponibili a questa missione per essere inviati a qualsiasi parte del mondo e coloro che si sentono chiamati da Dio si offrono liberamente.
Queste chiamate avvengono di solito durante “convivenze” (o “giornate di ritiro”), dove “l’Équipe Responsabile del Cammino, o altra da essa indicata, verifica la disponibilità e coordina l’attività degli itineranti, in una dinamica di ‘sistole e diastole’, secondo l’esempio del Signore che inviava i suoi apostoli in missione e poi li riuniva, in un luogo appartato, per ascoltare i prodigi che lo Spirito Santo operava con loro (Statuto, art, 31,3).
“Il catechista itinerante resta unito alla propria parrocchia e comunità, alla quale ritorna regolarmente per partecipare al cammino della propria comunità. Inoltre, il catechista itinerante accetta di vivere la propria missione in precarietà, rimanendo libero di interromperla in qualsiasi momento, informando il Vescovo ad quem e l’Équipe Responsabile del Cammino” (Statuto, art 31,4).
Carismi missionari e vita consacrata
Nelle diverse modalità di evangelizzazione realizzate dal Cammino, si rende necessaria la presenza di uomini e donne celibi, che abbiano ricevuto una vocazione missionaria per sostenere, accompagnare e evangelizzare, sia nelle le missio ad gentes sia nelle équipes itineranti, nei seminari e nelle parrocchie. Per questo nelle convivenze internazionali vengono inviati uomini e donne che, vivendo l’itinerario di fede del Cammino, sentono la chiamata di Dio ad offrire la loro vita per la Nuova Evangelizzazione.
Insieme a tutti questi fratelli e sorelle, fin dagli inizi del Cammino Neocatecumenale, centinaia di ragazze, facendo l’iniziazione cristiana, hanno sentito la vocazione alla vita consacrata e sono entrate in diversi monasteri del mondo.
Seminari Diocesani Missionari Redemptoris Mater
Il 26 agosto 1986, Giovanni Paolo II accolse con entusiasmo la proposta di Kiko, Carmen e padre Mario di istituire a Roma un Seminario Missionario Diocesano per la formazione di sacerdoti per la Nuova Evangelizzazione e ne affidò l’erezione al Cardinale Ugo Poletti, Vicario di Sua Santità.
Negli anni successivi, molti vescovi hanno seguito l’esempio del Santo Padre istituendo altri seminari. Da allora sono stati eretti 124 seminari (2020) nei 5 continenti, che hanno 3 caratteristiche fondamentali: sono diocesani, missionari e internazionali. La formazione accademica, umana e spirituale di questi seminaristi comprende un periodo di evangelizzazione missionaria; una volta poi ordinati sacerdoti – dopo alcuni anni di ministero nelle parrocchie – il vescovo diocesano permette loro di partire per servire nelle varie modalità di missione che il Cammino Neocatecumenale svolge, come stabilito e approvato dalla Santa Sede negli Statuti.
Il Seminario è eretto da un vescovo diocesano e accoglie giovani che hanno scoperto la loro vocazione grazie all’Iniziazione Cristiana che si attua nel Cammino Neocatecumenale. Nel seminario, un elemento specifico e fondamentale dell’iter formativo, è proprio l’iniziazione cristiana in comunità, attraverso il Cammino Neocatecumenale.
Dal 1990, anno delle prime ordinazioni, sino al 2019, sono 2.590 i sacerdoti ordinati nei vari Seminari Redemptoris Mater. E vi sono oltre 2050 giovani che si stanno formando.
Famiglie in missione
Nel 1985 Kiko, Carmen e padre Mario presentarono a San Giovanni Paolo II un progetto – accolto con grande entusiasmo da parte sua – per rievangelizzare il nord Europa, inviando famiglie missionarie, accompagnate da un sacerdote. Nel 1986 il Papa ha mandato le prime 3 famiglie: una al nord della Finlandia, un’altra ad Amburgo (Germania) e la terza a Strasburgo (Francia). Nel 1987 sono state inviate anche le prime 3 famiglie ai cosiddetti “pueblos jóvenes” dell’America Latina.
Il 30 dicembre 1988, Giovanni Paolo II, giunto in elicottero al Centro Internazionale del Cammino Neocatecumenale di Porto San Giorgio, inviò 72 famiglie in tutto il mondo. In quella occasione, parlando della famiglia, durante l’omelia il Papa disse: “La Sacra Famiglia non è altro, è questo: la umana famiglia in missione divina”… “Chiesa santa di Dio, tu non puoi fare la tua missione, non puoi compiere la tua missione nel mondo, se non attraverso la famiglia e la sua missione”… “Dovete, con tutte le vostre preghiere, con la vostra testimonianza, con la vostra forza, dovete aiutare la famiglia, dovete proteggerla contro ogni distruzione”. “Famiglia in missione, Trinità in missione”.
Da allora, oltre 1. 600 famiglie sono state inviate dai Papi nei cinque continenti per evangelizzare con la loro testimonianza di vita cristiana, a immagine della Santa Famiglia di Nazareth, attraverso varie forme di missione.
Sono famiglie che, dopo anni di cammino di formazione post-battesimale – e molte di esse ricostruite -, si sentono grate per l’opera di salvezza che Dio ha compiuto in loro. Queste famiglie, la maggior parte con diversi figli, si offrono per andare in missione, lasciando le comodità dei loro luoghi d’origine. Esse vanno in missione ovunque i Vescovi vedano la necessità della testimonianza di una famiglia cristiana, che viva e si radichi nelle chiese locali, svolgendo vari compiti di evangelizzazione, collaborando così alla formazione di nuove comunità cristiane.
Negli Statuti del Cammino, si indica che la realizzazione del Cammino Neocatecumenale può essere aiutata dalle famiglie in missione che, su richiesta dei Vescovi, si stabiliscono in aree scristianizzate o dove sia necessaria una “implantatio ecclesiae” (Statuti, art. 33,1).
Missio ad gentes
Nel 2006, Benedetto XVI ha inaugurato questa nuova forma di evangelizzazione inviando le prime 7 Missio ad gentes. Ognuna di esse è composta da un presbitero, accompagnato da 4-5 famiglie con i loro figli. Su richiesta del Vescovo, la famiglia riceve il mandato di evangelizzare aree scristianizzate o pagane, con la missione di fare presente una comunità cristiana che sia “perfettamente una cosa sola, perché il mondo creda” (cf Gv 17,23).
San Giovanni Paolo II, nel VI Simposio dei Vescovi europei del 1985, indicava che per rispondere alla secolarizzazione dell’Europa era necessario tornare al “primissimo modello apostolico”.
Così, queste Missio ad gentes, a imitazione delle domus ecclesiae, si riuniscono nelle case, tra i non battezzati e i lontani.
Dopo tanti anni dal primo invio si può vedere come molte persone lontane e pagane, che forse non sarebbero mai entrate in una chiesa, si ritrovano in queste “comunità cristiane” e iniziano un cammino di conversione o di ritorno alla fede.
Queste comunità, che non prendono il via da un “luogo sacro”, da un “tempio”, ma vivono in mezzo al mondo, costituiscono un vero e proprio “cortile dei gentili dove le persone possono avvicinarsi a Dio senza conoscerlo”, come ha detto Benedetto XVI nel suo discorso alla Curia romana nel 2009.
Un elemento straordinario di questa esperienza sono i frutti di comunione e di unità che si danno innanzitutto all’interno della famiglia stessa, tra genitori e figli.
Il 18 marzo 2016, Papa Francesco ha inviato 270 famiglie, formando 54 nuove Missio ad gentes nei cinque continenti. Durante questo incontro, Papa Francesco ha spiegato in che consiste questa modalità di missione: “le missio ad gentes si costituiscono a richiesta dei vescovi delle diocesi cui sono destinate e sono formate da 4 o 5 famiglie -la maggior parte con più di 4 figli -, un presbitero, un ragazzo e due sorelle. Tutti insieme formano una comunità che ha la missione di dare i segni della fede che attraggono gli uomini alla bellezza del Vangelo” ha detto.
Il Papa Benedetto XVI, dal 2006 al 2012, ha inviato 58 missio ad gentes e il Papa Francesco ne ha inviate 128.
Il 5 maggio 2018, in occasione dell’incontro internazionale per il 50° anniversario della nascita della prima comunità del Cammino a Roma, celebrato a Tor Vergata (Roma), Papa Francesco ha inviato 34 nuove Missio ad gentes.
Il numero di famiglie del Cammino che sono oggi in missione (2020) per la nuova evangelizzazione è di 1.640, con circa 5.800 figli, in 108 Paesi dei 5 continenti. Molte di queste famiglie sono in missione in più di 200 Missio ad gentes di 62 nazioni.
Comunità in missione
Un altro frutto del Cammino sono le “Comunità in missione”. Durante l’incontro con Papa Benedetto XVI nella Basilica di San Pietro il 10 gennaio 2009, in occasione del 40° anniversario della nascita della prima comunità neocatecumenale a Roma, il Santo Padre ha inviato le prime 15 comunità neocatecumenali alla periferia di Roma.
Queste sono comunità che hanno finito il percorso neocatecumenale di rinnovamento della propria fede e si rendono disponibili a lasciare il territorio della loro parrocchia, per andare in altre parrocchie di periferia, su invito dei rispettivi parroci, ad animare e sostenere un servizio di evangelizzazione: sono aree spesso degradate, con molta violenza, droga e tanti immigrati.
Kiko, presentando questa nuova missione ai fratelli ha sottolineato che “il Cammino finisce con l’annunciare il Vangelo in tutto il mondo”. “Una delle più grandi novità è che tutta la comunità va in missione. Non solo alcuni fratelli: va tutta la comunità. È una grandissima grazia! È qualcosa di meraviglioso che Dio vi mandi in questa missione. È fantastico poter partire, che il Signore vi dia una missione: morire nella missione, invecchiare nella missione”.
Proprio Papa Francesco nella sua enciclica Evangelii Gaudium parla di una Chiesa “in uscita” e parla della necessità di evangelizzare le periferie territoriali ed esistenziali.
Anche nella diocesi di Madrid, dove il Cammino è nato ed è presente in 45 parrocchie, con tante comunità, è presente questa esperienza. Nel 2011, l’allora arcivescovo di Madrid, il Cardinale Rouco Varela, ha inviato in missione le prime 10 comunità.
L’attuale arcivescovo di Madrid, il Cardinale Carlos Osoro Sierra, il 22 marzo 2015 ha inviato 8 nuove comunità. A Madrid, ci sono in totale 18 “Communitates in missionem“.
Anche Papa Francesco, Il 5 maggio 2018, in occasione del 50° del Cammino a Roma, in un grande incontro a Tor Vergata, ha inviato 25 comunità in missione in varie parrocchie di Roma, per sostenere la vita cristiana delle comunità parrocchiali più in difficoltà.
Oggi, in questo “Andate” di Gesù, sono presenti gli scenari e le sfide sempre nuove della missione evangelizzatrice della Chiesa. Siamo tutti chiamati a questa nuova “partenza” missionaria. Ogni cristiano e ogni comunità discernerà quale sia la via che il Signore indica, ma siamo tutti invitati ad accettare questa chiamata: uscire dalle nostre zone di benessere e osare di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo.
Tappe del Cammino
Nuova estetica
Iconografia e vetrate
I dipinti nel Cammino Neocatecumenale
Kiko Argüello ha studiato Belle Arti all’Accademia S. Fernando di Madrid. Nel 1959 ha ricevuto il Premio Nazionale Straordinario di Pittura. Nel 1960, insieme allo scultore Coomontes e all’artista del vetro Muñoz de Pablos, ha fondato il gruppo di ricerca e sviluppo dell’Arte Sacra “Gremio 62”. Hanno organizzato mostre a Madrid (Biblioteca Nazionale), e rappresentato la Spagna, nominati dal Ministero delle Relazioni Culturali, all’Esposizione Universale d’Arte Sacra di Royan (Francia) nel 1960. Kiko ha anche esposto alcune delle sue opere in Olanda (Galleria “Nouvelles images”).
Corona misterica
Dostoevskij ha scritto: “La bellezza salverà il mondo”, e Kiko ha spesso ripetuto che “solo una nuova estetica salverà la Chiesa”. Le immagini di questa “corona misterica” vogliono toccare la profondità dello spirito dei fedeli che la contemplano. Vogliono aiutare l’uomo ad elevarsi a Dio. Questi dipinti agiscono nell’anima del cristiano come la Trasfigurazione sugli apostoli: sul Monte Tabor essi percepiscono lo splendore della luce divina e ascoltano la parola di Dio. Queste immagini, soprattutto nella liturgia, hanno un impatto immediato, anche emotivo: vogliono aiutare i fedeli ad essere trasformati spiritualmente. San Giovanni Damasceno, difensore delle icone durante la furia iconoclasta, e che fu proclamato Dottore della Chiesa da papa Leone XIII, diceva: “Ho visto l’immagine umana di Dio e la mia anima è stata salvata”.
“Che il Santo Volto di Cristo vi aiuti ad essere testimoni del suo amore”
Kiko Argüello.
Architettura
L’architettura nel Cammino Neocatecumenale
Nel corso della storia la Chiesa ha sempre percepito il legame tra bellezza ed evangelizzazione ed è stata la più grande protettrice della bellezza. Tutto riflette la bellezza di Cristo e la bellezza della comunione fraterna. L’evangelizzazione dei popoli slavi è avvenuta in gran parte attraverso la bellezza della liturgia, delle icone e dei canti. Solo negli ultimi anni, anche all’interno della Chiesa, è sembrata prevalere una visione “funzionalista” che riduce i luoghi dove la comunità si riunisce a semplici sale di riunioni.
Tuttavia, oggi è più che mai necessario e urgente rinnovare le strutture della Chiesa. La risposta al “villaggio globale”, alla grande città, alla monocultura, è una parrocchia che diventi un “villaggio celeste”: un modello sociale più umano, capace di aprire spazi alla nuova civiltà dell’amore; un’assemblea eucaristica che favorisca la partecipazione attiva dei fedeli; una realtà di “comunità di comunità”, con un catecumenion fatto da bellissime sale liturgiche per le celebrazioni in piccole comunità.
Nei 5 continenti si possono trovare opere progettate da Kiko nella linea della nuova estetica: i Seminari Redemptoris Mater, nuove parrocchie, catecumeni, sale per le celebrazioni comunitarie, ecc.
Scultura
La scultura nel Cammino Neocatecumenale
“La bellezza è un trascendente dell’essere, insieme al bene e alla verità… La bellezza produce piacere in noi, ci dà un’emozione. Così Dio, in qualche modo, ha creato la natura. Colui che ha creato la natura, l’ha fatta bella per darci piacere.
Il piacere è in relazione con l’amore. Ed è interessante, per me come pittore, aver studiato le leggi dell’armonia: tutto in natura è in relazione e in funzione della bellezza. Non tutto è bellezza, in un certo senso, ma le leggi dell’armonia sono in un rapporto di materia, di forma… È curioso, la scienza che studia i rapporti è la matematica; ecco perché nell’armonia c’è tutta una serie di equazioni che sono di tipo matematico. Già nell’arte Platone parlava della geometria della creazione e della matematica. Nell’arte, che si tratti di pittura, di scultura, di musica o poesia, tutto è in relazione, relazioni armoniose.
Questo rapporto matematico che esiste nell’armonia, esiste anche nel tempo, esiste nella musica. La musica è molto importante perché ci insegna la bellezza nel tempo. Ogni nota valuta la prossima nel tempo, nel dipingere ogni valore del materiale, ogni levigatezza, ogni disegno, valuta l’altro. Ad esempio, la quarta sinfonia di Beethoven, inizia con una dissonanza. È fantastico. Nel tempo, per dare valore al tempo… Per non parlare della poesia, delle parole, o anche della scultura. Per esempio, Henry Moore, uno scultore inglese, ha studiato le ossa umane, ha visto che le ossa dell’uomo… La cavità del femore è perfetta. Quella cavità è perfetta nella funzione di articolazione e allo stesso tempo è estetica, al massimo. Fare una curva estetica, bella, è molto difficile. La curva del collo di una foca è meravigliosa… Non una curva qualsiasi è estetica. Moore prende quelle cavità, le studia e fa una scultura di curve, perché a una curva di un certo tipo corrisponde un’altra protuberanza di un altro tipo, in modo che sia estetica, perché tutto è correlato.
Diciamo allora che nell’estetica c’è un segreto profondo, che è l’amore” (Kiko).
Kiko ha progettato molti oggetti per la liturgia: calici, patene, turiboli, copertine per la Bibbia, ornamenti…, insieme a sculture: il gruppo scultoreo del Sermone della Montagna, San Giovanni Paolo II, Gesù Cristo crocifisso, cerbiatti, ecc.
Libri
Note biografiche – Carmen Hernández
ComprareIn queste note biografiche vedrete una donna eccezionale, importantissima per la Chiesa, innamorata di Cristo, della Scrittura e della Eucaristia. Era cosciente che la missione che Dio le aveva affidato era appoggiarmi, difendermi e correggermi per il bene del Cammino Neocatecumenale. Rendo grazie a Dio per Carmen che mi ha sempre detto la verità, costantemente. Era una donna profonda, autentica e libera nella sua relazione con tutti. Era molto intelligente. Amava Cristo e la Chiesa; e il Papa al disopra di tutti. Crediamo che Carmen sta con il Signore, sta già nella festa. Queste note biografiche non sono solamente per i fratelli del Cammino, ma sono per tutta la Chiesa, per far conocere una donna eccezionale, che ha vissuto la fede in grado eroico. Carmen Hernández! (Kiko Argüello).
Si pubblica la prima biografia ufficiale di Carmen Hernández. Il quinto anniversario della morte di Carmen Hernández, 19 luglio 2021, coincide con la pubblicazione della sua prima biografia ufficiale il cui autore è il professore e dottore in Filosofia Aquilino Cayuela ed è editata dalla Biblioteca de Autores Cristianos (BAC).
Il Kerygma. Nelle baracche con i poveri
Comprare“Ho voluto scrivere questo piccolo libro su suggerimento del cardinale Cañizares, al quale è sembrato importante che dicessi qualcosa su ciò che il Signore ha fatto con noi nelle baracche, con i poveri, e anche che pubblicassi un kerygma che possa aiutare, soprattutto per i contenuti e l’antropologia, il Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione” (Kiko Argüello).
Il Cardinale Cañizares: “…Questo piccolo libro, un vero dono di Dio, dissipa timori e paure e ci riempie di coraggio per seguire il suo annuncio – kerigma – per andare dove si trovano gli uomini, per essere davanti a loro testimoni valorosi e annunciatori convinti del Vangelo” (Dall’introduzione)
Il Cardinale Schönborn: “In questa catechesi è condensato, in modo impressionante, l’intero annuncio del Vangelo”.
Annotazioni 1988-2014
Comprare“Da quasi trent’anni scrivo in quaderni, in maniera sporadico e irregolare, e senza una intenzione particolare, alcuni pensieri, riflessioni, massime, ricordi, considerazioni, appunti, soliloqui, preghiere, suscitati in me dalle massime di evangelizzazione e di catechesi alla quale mi ha chiamato il Signore nella Chiesa, insieme a Carmen Hernández e a don Mario Pezzi. (…) Se queste annotazioni possono aiutare qualcuno, sia benedetto Dio” (Kiko)
“Il libro si compone di piccoli frammenti letterari che possono essere letti senza connessione tra loro. Sono riflessioni che prendono spunto da un avvenimento, una convivenza o un incontro; sono appelli spirituali di annuncio o di denuncia; mozioni o chiamate alla speranza in cui si sente coinvolto il lettore: a volte sono confidenze audaci che sgorgano dall’anima dell’autore; altre sono una sorta di inni o salmi, di suppliche ardenti e di vibranti azioni di grazie a Dio. Con i dati che contengono i brevi scritti si può in un certo modo seguire il filo storico dal 1988 fino al 2014. A unirli è la storia credente dell’autore e del Cammino Neocatecumenale più che uno sviluppo tematico; sparsi qua e là affiorano molti contenuti del carisma specifico. È una storia piena di gioie e di sofferenze; traspare la lotta dell’autore per portare avanti con fedeltà l’incarico ricevuto da Dio ” (Dalla presentazione del Card. Ricardo Blázquez Pérez, Presidente della Conferenza Episcopale Spagnola).
Diari – 1979-1981
Comprare“Piove, ma il giorno albeggia sereno. Gesù. Sono sorpresa. Grazie. La sofferenza ha posto misericordia nel mio cuore. Grazie, Gesù. Pace, gioia…” (Carmen Hernández, Diari – 1979-1981, Valle de los Caídos – Madrid, 27 gennaio 1979.
“Cinquant’anni senza un attimo di sosta: viaggi, scrutini, visite a tante comunità a Madrid, Zamora, Barcellona, Parigi, Roma, Firenze, Ivrea… Ascoltando e ascoltando ogni fratello sulla sua vita, le sue sofferenze e la sua storia, illuminandola alla luce della fede, della croce gloriosa di Nostro Signore Gesù. Penso che avete diritto di conoscere il cuore di Carmen, il suo immenso amore a Gesù Cristo. Diceva costantemente: “Gesù mio, Ti amo, Ti amo”. Vieni, vieni, aiutami” (Kiko Argüello).
Il Cammino Neocatecumenale
Parole dei Papi: San Paolo VI, San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco.
I primi apostoli, in piccole equipes di evangelizzazione, giravano per le sinagoghe annunciando la Buona Novella: Dio ha resuscitato il suo servo Gesù, quello che noi abbiamo rinnegato, chiedendo la grazia per un assassino (Barabba); che è morto senza opporre resistenza, senza resistere al male, amando i suoi nemici, scusandoli (“Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”); che ha offerto il male che gli hanno inflitto – la tortura e la croce – come prova che il suo amore era più grande della morte, senza smettere di amarli, anche quando gli hanno tolto la vita: Dio lo ha risuscitato dai morti e oggi è vivo, per perdonare qualsiasi peccato, qualsiasi crimine.
“Il nostro tempo ha bisogno di riprendere la costruzione della Chiesa, quasi, psicologicamente e pastoralmente, come se cominciasse di nuovo, da capo, per così dire, a rigenerarsi…” (Paolo VI, Udienza, mercoledì 4 agosto 1976).
Canti del Cammino Neocatecumenale
Recensito dal Centro Neocatecumenale Diocesano di Roma e di Madrid, il libro dei canti è pubblicato in varie lingue ed anche in diversi colori per differenziare le tappe graduali del Cammino. I salmisti dovrebbero saper scegliere i canti in base alla tappa del Cammino in cui si trova la loro Comunità e attendere che i propri catechisti trasmettano loro i canti delle diverse convivenze e passaggi del Cammino. In questo modo i fratelli possono comprendere meglio il significato di ogni canto.
Orchestra
L’Orchestra Sinfonica del Cammino Neocatecumenale è stata fondata come servizio del Cammino Neocatecumenale all’evangelizzazione attraverso la musica.