Fuentes de Carbonero el Mayor (Segovia – Spagna)

Per volontà di Dio, nel 1965, desideroso di trovare un luogo di ritiro e di preghiera, trovai la chiesa di Fuentes de Carbonero abbandonata. Mentre camminavo per l’altopiano castigliano in una giornata nuvolosa, un raggio di luce illuminò le pietre di mica che abbondano nella zona e all’improvviso tutto fu illuminato e rimasi molto colpito: la chiesa in mezzo a quella steppa era una vera apparizione. Era aperta e vuota; aveva ancora la pala d’altare e alcune immagini; la sacrestia con una pedana di legno serviva per dormire. Ho vissuto lì per quindici giorni, pregando, da solo e con grande frutto. Vedendo che era un posto meraviglioso, mi ci sono ritirato altre volte, vivendo in solitudine, digiunando e pregando e dormendo con il sacco a pelo nella sacrestia.

Poiché nelle vicinanze c’era un fiume, decisi di portare con me i fratelli delle baracche per qualche giorno d’estate, in modo che anche loro potessero fare una vacanza. Abbiamo trascorso una settimana di riposo, comunione e amore. Mi ha colpito il fatto che, mentre tutte le case del villaggio erano state distrutte, l’unica cosa rimasta in piedi in quel luogo abbandonato era la chiesa, e una chiesa piena di poveri. Ho detto ai fratelli delle baracche di raccogliere la paglia. Andarono nel campo e ogni famiglia fece il proprio letto con della paglia e qualche coperte. È stato emozionante, come per girare un film. Fuori, tutte le case erano in rovina; dentro, la chiesa era piena di poveri.