A conclusione del Giubileo dei Giovani, voluto da Papa Francesco e celebrato da Papa Leone XIV, per ridare speranza al mondo di oggi, 120 mila giovani provenienti dalle comunità del Cammino Neocatecumenale di 109 paesi dei 5 continenti, si sono dati appuntamento questa sera, 4 agosto, nello stesso luogo dell’incontro con il Papa, con l’Equipe Internazionale, Kiko Argüello, Maria Ascensión e Padre Mario Pezzi.

Sul grande palco, dove il Papa ha presieduto la Veglia di preghiera, hanno trovato posto 6 cardinali, 4 Arcivescovi e 26 Vescovi e centinaia di itineranti e catechisti che hanno accompagnato a Roma tutti questi giovani, in un pellegrinaggio di preghiera, ma anche di annuncio in varie città d’Europa, dove sono passati per pernottare durante il lungo viaggio, ed hanno avuto modo di coinvolgere le chiese locali, le stesse comunità, ma anche tante autorità civili che hanno voluto porgere loro un saluto di benvenuto e di accoglienza.

Il pellegrinaggio è diventato così l’occasione per testimoniare la bellezza della loro fede, la gioia di giornate vissute insieme e la festa di recarsi a Roma per incontrare il Papa e cimentare su Pietro il loro cammino di fede.

L’incontro è stato presieduto dal Card. Baldassare Reina, Vicario del Papa per la Diocesi di Roma, che ha salutato l’immensa assemblea.

In uno spirito di festa, di vera comunione, in uno sfolgorio di bandiere di una cinquantina di paesi dell’Europa, di una trentina di paesi dell’America, di 11 paesi dell’Africa (ed altri vari non presenti perché non hanno potuto ottenere un visto per l’evento), e 20 paesi del Medio Oriente, dell’Asia e dell’Oceania…, si è potuto cogliere tutta la bellezza di queste giornate, di questo Giubileo della Speranza. E questi giovani – insieme alle altre centinaia di migliaia di giovani che si sono ritrovati in questa città eterna di Roma, luogo del martirio degli apostoli Pietro e Paolo e di migliaia di altri martiri – possono diventare veri testimoni della bellezza della fede cristiana in una società ogni volta più secolarizzata e indifferente.

L’evento si è svolto sul modello degli Incontri Vocazionali di altre Giornate Mondiali della Gioventù: Kiko, accompagnato da Padre Mario Pezzi e da Maria Ascensión, ha presentato brevemente l’assemblea, prima di dare inizio al canto, tratto dal libro del profeta Isaia, che inaugura e sigilla questi incontri: “Io vengo a riunir tutte le nazioni”, e l’assemblea ne è proprio un’immagine viva.

Dopo il saluto del Cardinale Vicario, accompagnata da 100 presbiteri dei vari Seminari Redemptoris Mater, ha fatto il suo solenne ingresso l’icona della Vergine Maria, che insieme al grande crocifisso sul palco, presiede l’incontro. Presente anche un’immagine di Carmen Hernández, la Serva di Dio che ha accompagnato Kiko nel mettere in atto nella Chiesa il Cammino Neocatecumenale come una iniziazione cristiana, oggi presente in 138 paesi del mondo.

Introdotta da brevi parole di Ascensión, che ha messo davanti ai ragazzi la figura del Santo Curato d’Ars, di cui la Chiesa fa oggi memoria, è stata proclamata la parola di Dio, tratta dalla IIa lettera di San Paolo ai Corinti, particolarmente potente che invita “a non accogliere invano la grazia di Dio”. È seguito il canto del Vangelo della memoria del giorno: Mt 9,35-10,1: un brano davvero “ad hoc”, con le parole del Signore più adatte per questo incontro vocazionale: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai. Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe”

Kiko ha fatto risuonare forte l’annuncio della buona notizia, davvero sempre nuova, perché fa presente l’ECCOMI di Dio, il suo amore, la morte e risurrezione del suo Figlio, Gesù Cristo, che vince il peccato dell’uomo, per lanciarlo verso la pienezza di vita che è il cielo: “Qual è il desiderio più profondo che ha Dio?”, ha chiesto Kiko. Ed ha risposto: “Farti dono dello Spirito Santo, della sua vita, della sua felicità”.

Ma per farti questo dono Dio ha bisogno della tua libertà, perché come ricorda Sant’Agostino: “Dio che ti creò senza di te, non ti salverà senza di te”.

Kiko, rileggendo esistenzialmente l’annuncio della Genesi, ha mostrato che dopo l’inganno del serpente, l’uomo che ha accolto la catechesi del demonio non obbedendo a Dio, rifiutandolo, si ritrova smarrito, morto: non è un problema morale al fondo, ma esistenziale; se Dio non c’è, se non c’è nessun Creatore, io chi sono? Che senso ha la mia vita?

Trovandosi senza una risposta esistenziale vera, l’uomo si perverte nella ricerca di tutto ciò che può dargli una risposta: offrendo tutto a sé stesso, ma trovandosi ogni volta più solo, incapace di amare.

E l’uomo resta schiavo della solitudine, della paura di morire. L’uomo ora vive il mondo da una sua cosmogonia, in un cosmos il cui axis, il cui centro, non è più Dio, ma lui: il suo io. Ecco il peccato. Non qualcosa di morale, ma di esistenziale. Questo peccato che abita nell’ io profondo del mio essere, mi obbliga per prima cosa a offrire tutto a me stesso, perché sono io il dio di me stesso e voglio essere felice, offro a me stesso tutto.

Ecco ciò che impedisce a Dio di farti dono del suo Spirito Santo, ha continuato Kiko: il peccato che abita in te. Ed ecco il senso del nostro incontro questa sera, di questo Giubileo: Gesù Cristo vuole farsi dono a te. Dice San Paolo: “L’amore di Cristo ci spinge al pensiero che se Cristo è morto per tutti, tutti sono morti. Ed è morto per tutti perché quelli che vivono non vivano più per sé stessi, ma per Cristo”.

Kiko, indicando la croce di Cristo ha detto: “Io vi invito a guardare questa croce: Ecco l’immagine della libertà. La croce è l’immagine della libertà. Ecco un uomo che si è donato per te, che ti farà libero per donarti agli altri e per non offrire più tutto a te stesso. Come puoi ricevere oggi lo Spirito Santo? Se tu accetti che il tuo io sia crocifisso con Cristo”.

Ed ha continuato raccontando il dialogo tra Gesù e Pietro, dopo la sua risurrezione. Pietro lo ha tradito, ma Gesù non lo abbandona, lo cerca e gli domanda: “Pietro, tu mi ami?”. E, rivolto ai giovani ha detto che questa stessa domanda il Signore la rivolge ad ognuno di noi questa sera: “Mi ami tu?”. Si ci sarà una risposta da parte nostra, Egli potrà farci dono dello Spirito Santo: può farci santi.

Questo è il passaggio di Dio in mezzo a noi, la sua chiamata. Il pellegrinaggio, il Giubileo, sta davanti a questo: ECCOMI di DIO. Questo “Eccomi”, attende oggi il tuo “Eccomi”, come la Vergine Maria.

Ed a sigillare la verità dell’evento, di ciò che si sta celebrando, dopo brevi parole de Padre Mario che ha ricordato la sua chiamata ed ha invitato i giovani a non avere paura di rispondere a Gesù Cristo, Kiko ha lanciato all’assemblea la chiamata vocazionale.

Impressionante vedere come tanti giovani erano come in attesa di questa chiamata, perché appena Kiko ha finito di parlare tanti di essi si sono messi in movimento verso il palco, formando un vero fiume: da tutti i gruppi, da tutti i paesi, da tutte le lingue, vestiti in tutte le fogge, in cammino per rispondere all’appello del Signore.

Prima i ragazzi, se ne sono alzati circa 5.000, e poi le ragazze, se ne sono alzate circa 5.000, si sono messe in piedi e hanno camminato verso il palco per ricevere la benedizione dei Cardinali e dei Vescovi. Questa prima chiamata andrà poi verificata e maturata nei vari centri vocazionali, ma aver risposto oggi al passaggio del Signore, può dare inizio ad un cambio di vita che, come diceva Kiko, corrisponde al disegno di Dio: farti santo, farti santa!

Il Cardinale Vicario ha poi concluso l’incontro con una parola di speranza. Raccogliamo qualcune parole: “Dopo acogliere il keryma aspirate alle cose più grandi, alla santità”; “Che questa sia la risposta alla chiamata del Papa Leone”; “Il Signore ci ha rivolto questo invito, il Signore ci chiama a tutti alla santità”, “Lasciate spazio sempre alla Parola di Dio, perchè Dio non toglie niente alla nostra felicità”; “Per quacuni di voi, oggi si apre una strada della vostra felicità, vita piena, piena di Dios, piena di felicità”.

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