Cari fratelli
In questa celebrazione dell’Eucaristia rendiamo grazie a Dio oggi, per aver fatto nascere Kiko ottanta anni fa e allo stesso tempo ricordiamo con gratitudine nella preghiera suo padre, e sua madre che lo ha partorito.
Altro motivo di gratitudine al Signore per averlo dotato di tanti e diversi doni e per averci dato, per mezzo di lui, in collaborazione con Carmen Hernández, il Cammino Neocatecumenale, al quale tutti noi qui presenti siamo debitori e grati.
I Padri della Chiesa parlano della prima nascita, la naturale, e di una seconda nascita che avviene nel battesimo, quando la Chiesa ci accoglie nel suo seno. Possiamo dire che questa seconda nascita, grazie al Cammino Neocatecumenale, lungo, graduale e progressivo, ha fatto emergere e crescere in tutti noi le ricchezze e potenzialità del nostro Battesimo, per mezzo del quale siamo stati rigenerati, “non da un seme corruttibile, ma immortale cioè dalla Parola di Dio viva e eterna”, nelle nostre Comunità.
E il Papa Giovanni Paolo II nei suoi incontri con le Comunità Neocatecumenali delle Parrocchie di Roma, aveva parlato di questo seme di vita eterna ricevuto nel Battesimo, come di un seme quasi morto nella vita di molti cristiani, ma nell’aula Paolo VI, nell’udienza concessa ai giovani del Cammino in vista della Giornata Mondiale della Gioventù a Denver, aveva sottolineato con forza: “Il Battesimo non è statico. Si registra nei libri parrocchiali e basta. Ma no, non è statico, è dinamico: provoca precisamente un cammino della vita cristiana” (Roma 28 Marzo 1993). La caratteristica dinamica del Battesimo, un tesoro nascosto con possibilità di sviluppo enorme per farci assaporare fin da ora la vita eterna.
La nostra presenza qui oggi è una manifestazione di gratitudine a Dio e a Kiko per averci fatto trovare nella nostra vita LA FEDE, questa “perla preziosa nascosta” che ha cambiato positivamente la nostra vita, sostenuti e aiutati dai catechisti e dall’azione di Dio nella nostra vita e in quella dei fratelli della comunità.
Si compie oggi in mezzo a noi la Parola proclamata nella prima lettura dalla prima lettera di San Giovanni che dice: “Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (1 Giov 4, 16)
Cari fratelli, la radice della comunione profonda che ci unisce oggi in questa celebrazione, è precisamente l’amore che Dio ha effuso nella vita di ciascuno di noi, per cui celebrare gli ottanta anni di Kiko è una gioia e una gratitudine immensa a lui, a Carmen e al Signore in questa Eucaristia che celebriamo.
Anche il Vangelo di Marco che abbiamo proclamato si compie oggi in mezzo a noi.
Abbiamo ascoltato “Gesù ordina ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull’altra sponda”. Anche Kiko e Carmen, e dopo tutti noi, siamo stati attratti da Gesù Cristo mediante l’annuncio del Kerigma e siamo stati obbligati a salire sulla barca del Cammino Neocatecumenale per passare, di tappa in tappa, all’altra sponda, come ci ha detto molte volte Carmen, cominciando poco a poco a sperimentare la presenza di Dio nei nostri cuori per giungere a contemplare il volto di Dio nella vita eterna.
Pensando a Kiko, dopo aver vissuto quasi cinquant’anni insieme a lui, come lui stesso ha testimoniato in “Annotazioni”, ho potuto constatare come il carisma che Dio gli ha dato, comunicandogli uno zelo straordinario che lo ha spinto a donare la suua vita giorno dopo giorno seguendo le indicazioni del Signore, ha sperimentato allo stesso tempo la sua debolezza e inadeguatezza di fronte a una missione che, come lui stesso lo sentiva, superava di molto le sue forze umane,
Come gli apostoli nel Vangelo di oggi ha sperimentato la paura quando le onde minaccianti aggredivano la barca del Cammino Neocatecumenale. Accuse, calunnie, incomprensioni, acque minaccianti. Ma ogni volta il Signore calmava le acque manifestando la sua presenza e donando la sua forza e consolazione.
Dopo cinquant’anni siamo tutti testimoni delle meraviglie che il Signore ha operato in mezzo a noi e per questo insieme a Kiko ringraziamo il Signore in questa celebrazione dell’Eucaristia.
Non potendo allungarmi oltre per non abusare della vostra pazienza, vorrei solo accennare alla fecondità apostolica in questi ottant’anni di Kiko: le comunità sparse per tutto il mondo, lo zelo e la generosità degli itineranti, delle famiglie in missione, dei seminaristi e presbiteri sorti dai numerosi “Redemptoris Mater”, delle “Missio ad Gentes”, delle “Comunitates in Missionem”, per non parlare del grande contributo al rinnovamento dell’Arte e Archittetura Sacra nello Spirito del Concilio Vaticano II, come anche nel campo della Musica Sacra componendo Inni e Canti e, ultimamente la Sinfonia dedicata alla “Sofferenza degli innocenti”.
Per concludere vorrei invitarvi a leggere il discorso pronunciato dal cardinal Rouco recentemente a Berlino. per la presentazione del libro di Kiko “Annotazioni”
È il primo Discorso pronunciato da parte di un eccellente teologo e cannonista, oltre ad essere Arcivescovo emerito di Madrid che ha sempre accompagnato e sostenuto Kiko e Carmen con vicinanza, amore e affetto. In questo discorso il cardinal Rouco descrive l’ambiente sociale e ecclesiale degli ultimi anni del Concilio Vaticano II in cui il Signore ha ispirato a Kiko attraverso la Vergine Maria di formare “comunità che vivano in umiltà, semplicità e lode. L’altro è Cristo”. Ispirazione profetica che vediamo oggi realizzarsi, grazie all’appoggio di Papa Paolo VI, di Papa Giovanni Paolo I, di Papa Giovanni Paolo II, di Papa Benedetto XVI, di Papa Francesco che nella celebrazione solenne dei 50 anni del Cammino Neocatecumenale a Roma, ha affermato: “Cari fratelli e sorelle, il vostro cammino è una grazia grande di Dio per la Chiesa del nostro tempo”.
Per tutto questo, uniamoci adesso al Canto di azione di grazie (Eucaristia) di nostro Signore Gesù Cristo, in comunione con tutta la Chiesa.